I volontari della Pro Spino Team saranno rientrati, domenica sera, alle loro abitazioni decisamente stanchi, qualunque fosse stata la mansione svolta, ma sicuramente contenti e orgogliosi di far parte di un sodalizio capace di condurre in porto positivamente una manifestazione nuova nonostante i brevissimi tempi a disposizione e qualche ostacolo fortunatamente superato.
Il successo dell’evento è andato oltre le più rosee previsioni sia come numero di partecipanti che per le vetture che hanno percorso la Strada Provinciale 208 della Verna e, più esattamente, i 12 chilometri e 700 metri che uniscono Pieve Santo Stefano al Passo dello Spino.
Furono quei 12 chilometri e 700 metri che, nell’ormai lontano 5 settembre del 1965, videro lo svolgimento della prima edizione della gara di velocità in montagna denominata “Pieve Santo Stefano – Passo dello Spino” e che vide bloccare per primo le lancette del cronometro “Sangry’là”.
Nel 1970 poi un campione del calibro di Carlo Benelli, più noto agli appassionati con lo pseudonimo di “Riccardone”, definì il nastro di asfalto su cui aveva gareggiato e vinto “un autodromo naturale attaccato alla montagna”. E non c’è che dire: aveva assolutamente ragione.
Nell’albo d’oro della competizione toscana figurano le vere glorie della specialità; dopo i già citati “Sangry’là” e “Riccardone” figurano assi del calibro di “Noris”, Peter Schetty, Domenico Scola, Joannes Ortner, Mauro Nesti e i dominatori delle ultime edizioni e cioè Cristian Merli e Simone Faggioli.
Come dimenticare poi che la Strada Provinciale 208 è stata più volte il palcoscenico di tappa del “Giro Automobilistico d’Italia” con ai nastri di partenza piloti del calibro di Alen, Andruet, De Cesaris, Patrese, Rohrl e Villeneuve.
Ma torniamo a “Lo Spino: “Leggende in salita” la cui denominazione completa è “concorso dinamico di conservazione e restauro per auto e moto storiche sportive e da competizione”.
Le vetture che si sono schierate al nastro di partenza sono vetture che hanno veramente scritto la storia delle competizioni automobilistiche sia nelle gare nazionali che in quelle mondiali.
Per non essere tacciati di nazionalismo citiamo per prima la Porsche 910 (perfettamente conservata) per passare poi alla Lancia Stratos, alle Alfa Romeo GTA e GTAM, e all’Alfa Romeo 1900 CSS, alle varie Abarth tra cui due esemplari di 2000 Sport Prototipo e una OT 1300 “Periscopio”’, tra le Lancia, numerose le Fulvia, spiccava una bellissima Aurelia B20 e un’Appia Sport, e come non citare l’Alfa Romeo SC 1750 (prodotta prima della seconda guerra mondiale) o la Renault Alpine giunta a Pieve Santo Stefano su un carrello trainato da un bellissimo furgone “storico” e perfettamente restaurato.
Non ce ne vogliano le varie 500 Abarth o Giannini e le altre vetture non citate perché anche loro sono state protagoniste sia della manifestazione che delle competizioni automobilistiche.
Anche il meteo ha collaborato con i Ragazzi della Pro-Spino Team; sabato, dopo una notte con violenti scrosci d’acqua che lasciavano ben poche speranze, il sole è sbucato tra le nuvole e ha fatto notare la sua presenza per tutta la giornata che si è conclusa, dopo il pranzo preparato dalla Proloco di Chiusi della Verna e una visita al più che noto Santuario, con una cena di gala presso il ristorante “Il Cristallo” di Caprese Michelangelo.
Da segnalare l’ottima accoglienza organizzata dagli allievi dell’Istituto Alberghiero Buonarroti di Pieve Santo Stefano.
Nel corso della cena, che ha visto la presenza di alcune autorità sia nel settore sportivo che locale, sono stati consegnati numerosi trofei; per citarne qualcuno il “Trofeo Adriano Gradi” (fondatore dello Spino) consegnato a Bernd Becker per la sua Porsche 910, o quello consegnato a Claudio Alfonsi per la sua Lancia Stratos come vettura di Rally più rappresentativa, o la coppa consegnata a Edoardo Magnone per la sua Abarth 2000 definita “la regina delle salite”.
Domenica una seconda salita, su un tracciato leggermente accorciato. I primi a partire sono stati “inumiditi” da una “leggera e fitta pioggerellina” che però è finita quasi subito per riprendere a manifestazione praticamente terminata.
“Lo Spino: Leggende in salita” ha visto la sua conclusione con un pranzo di commiato nel corso del quale tutti i partecipanti si sono dati appuntamento alla prossima edizione e a quelle successive con l’assoluta certezza che, visto il lusinghiero successo, non mancheranno, cercando di migliorarsi ancora come organizzazione.
Una cosa ha più che positivamente colpito: la presenza tra il pubblico di moltissimi ragazzi. Si pensava che alle manifestazioni di auto d’epoca il pubblico fosse “attempato” e in linea con l’età delle vetture e invece, come sopra scritto, la maggioranza erano ragazzi che nonostante l’età possiedono una notevole passione e cultura sulle vetture degli anni oramai passati.
Considerando il grande successo e l’ancora maggior gradimento riscontrato dalla prima edizione di questo concorso dinamico l’unico “rischio” per il futuro è che il numero degli iscritti sia fin troppo elevato.
Se chiedete a un pilota cosa prova a guidare un’auto storica vi dirà certamente che la differenza tra una vettura moderna e una vettura storica è davvero grande specialmente sotto l’aspetto prestazionale. A parte velocità e accelerazione che sono assai diverse, ovviamente a discapito della vettura con più anni sulle ruote, se a una vettura moderna “si dice di andare lì” lei ci va, se lo si dice a un’auto storica … lei va lì vicino; se si spinge sul pedale del freno di una vettura moderna lei risponde con una frenata pronta e decisa, se si spinge sul pedale del freno di una vettura storica, in special modo se ha i freni a tamburo (qualcuno si chiederà cosa significa freno a tamburo), lei rallenterà.
Ciò che conta però non sono le prestazioni a fare la differenza tra una vettura moderna e un’auto storica, la differenza può essere definita “sentimentale”. Salire su un’auto storica e mettersi al volante è come incontrare un vecchio amico, con cui si sono passati momenti bellissimi e indimenticabili e con cui trascorrerne ancora tantissimi, è come incontrare un vecchio amore, anzi “il vecchio amore”, ancora bellissimo nonostante gli anni passati e ricordare i bei momenti passati assieme.
Per qualcuno invece salire su un’auto storica equivale alla realizzazione di un sogno giovanile, di quando cioè, assistendo a una gara automobilistica, si immaginava al volante di una di quelle vetture che gli sfrecciavano davanti con l’assoluta sicurezza che avrebbe di tagliato per primo la linea del traguardo.
E se si tratta di una vettura stradale e che quindi può essere utilizzata, fatti salvi i limiti imposti dai divieti dovuti alle norme anti inquinamento, “l’incontro” può essere fatto con grande facilità e quindi assume un valore diverso, ma se la vettura in questione è da competizione e quindi il suo utilizzo è legato a eventi specifici il giorno in cui si potrà finalmente riprendere in mano il volante, parlare con lei e ascoltare la sua bellissima e affascinante “voce” viene atteso con ansia e con un’emozione che va di giorno in giorno crescendo.
Collezionisti, appassionati ed ex-piloti della salita, si danno quindi appuntamento per il 2024, auspicando il ripetersi di questa due giorni ben organizzata dalla Pro-Spino Team dedicata alle “leggende della salita”, molte delle quali sono ancora perfettamente conservate e pronte a “concorrere”.
Per concludere non si può non menzionare gli sponsor che con il loro aiuto hanno reso contribuito alla realizzazione di “Pro Spino: Leggende in salita” e cioè la “Tratos cavi”, storico sponsor dello Spino, e al partner ufficiale “PA.RO autoricambi”.
Giuseppe Moretti
Ufficio Stampa Pro-Spino Team