Una ottantina di partecipanti, esemplari di auto unici nella loro bellezza e storia e un’atmosfera che ha riportato ai tempi d’oro della cronoscalata
Si è respirata più che mai l’atmosfera della cronoscalata nella seconda edizione de “Lo Spino – Leggende in Salita”, andata in scena sabato 28 e domenica 29 settembre con un concorso dinamico dedicato alle vetture che hanno fatto la storia di questa salita (una fra le più apprezzate e tecnicamente valide dell’intero panorama italiano) e con una spettacolare parata sui 12 chilometri e 700 metri dell’originale tracciato lungo la provinciale 208, nel pieno rispetto delle regole del codice della strada. Una ottantina, in totale, le vetture sfilate in passerella da Pieve Santo Stefano nelle due mattinate di rassegna, con esemplari di straordinaria bellezza e rarità che hanno aumentato il livello qualitativo della manifestazione, organizzata dalla Pro-Spino Team in collaborazione con il Club “Il Saracino” di Arezzo e Camet Toscana, ma con il fondamentale apporto di Attilio Fantini e della sua straordinaria collezione, che ha permesso ad autentiche “icone” della specialità di farsi nuovamente ammirare sul terreno nel quale decenni addietro la facevano da protagoniste. Presente anche lo storico main sponsor Tratos Cavi – col presidente Ennio Bragagni protagonista di una salita in parata con una Fiat 128 coupé del ’72 – affiancato da Banca Cambiano e Sicart. Graditissima la presenza di Alberto Scuro, presidente dell’Asi (Automotosport Storico Italiano), come del resto le parole da lui pronunciate prima del via: “Un’impressione incredibile – ha detto – per cui ringrazio di cuore gli organizzatori, i club di supporto e Attilio Fantini, perché qui si respira un’aria di passione pura che vogliamo vivere in questo modo e attraverso i biocombustibili di seconda generazione queste auto potranno continuare a correre; anzi, andranno pure meglio, quindi siamo attenti anche al futuro. I garage non chiuderanno e noi terremo viva la memoria con eventi di questo genere, che cercheremo sempre di appoggiare”. A nome della Pro-Spino Team, il presidente Lorenzo Tizzi Corazzini ha avuto parole di ringraziamento per il presidente Scuro: “La sua presenza ci ha ripagato dei tanti sacrifici fatti per allestire questo appuntamento. La voglia di starci vicino da parte dell’Asi è per noi una garanzia, oltre che un motivo di piacere”. A ogni esemplare pronto sotto lo striscione di partenza era legata una storia e un passato glorioso, anche allo Spino, come hanno avuto modo di ricordare gli speaker Andrea Guidi e Francesco Franceschetti. Dalle Alfa Romeo Gta alle Bmw, dalle Lancia Fulvia alle Alpine Renault, dalle Fiat 500 alle A112, dalle Fulvia Zagato alle Porsche, dalle Fiat X 1/9 alla Bentley 3 litre di Thomas Wood (anno 1925), per concludere con i prototipi Osella e Lucchini: tutte sono state protagoniste su questo percorso grazie ovviamente anche ai piloti che le hanno guidate e che sono tornati per l’occasione: Giuliano Peroni, Gabriele Giardini, Silvano Giachi, Giovanni Maggiorelli, Armando Mangini, Rosaldo Chianucci, Ivo Cresci e Fabrizio Peroni, l’ascolano salito sul podio dello Spino per tre volte dal 2004 al 2006, con un secondo e due terzi posti assoluti, che è venuto portando appresso i trofei conquistati con la sua Lucchini proprio a Pieve. Suggestiva, alle Logge del Grano, la premiazione delle vetture, classificate in base all’epoca ma in particolare al loro stato di conservazione e alla capacità di essere ancora performanti: il trofeo Adriano Gradi è andato alla Fiat Abarth Se 027 di Angelo Miniggio, prototipo che ha due soli modelli in tutto il mondo (il secondo è in Giappone), mentre il premio messo in palio dalla prestigiosa scuderia Jolly Club è stato consegnato alla Lancia 037 che ai tempi d’oro aveva in Germano Nataloni, grande interprete al volante. Più di un riconoscimento per Paolo Mazzotto con la Lancia Fulvia Coupè, ma premi anche per la Maserati 200 S di Nicola Sculco, per la Lancia Aurelia B20 di Giuliano Bensi (presidente del Camet Toscana), per la magnifica Lola T70 Mk3 Gt di Emanuele Barone e per la Porsche 910 di Bernd Becker. Al più giovane conduttore, Tommaso Cesari su Fulvia Zagato, il premio in memoria dello scomparso pilota Mario Forlani, mentre il premio intitolato al nonno di Tommaso – Marino Cesari, imprenditore per anni legato al mondo dello sport e scomparso in agosto – è andato a Sante Cesari (omonimo ma non parente) per la vettura stradale di maggior rilevanza, una bellissima Alfa Giulia Ti Super. Le condizioni atmosferiche sono state alleate e hanno contribuito a firmare il successo di una manifestazione che ha trovato il format giusto e che quindi non esiterà nel tornare fra dodici mesi, cercando di crescere ulteriormente. La soddisfazione e il sorriso sul volto dei partecipanti, che hanno sentitamente ringraziato prima di ripartire verso casa, valgono più di qualsiasi altro commento.
Ufficio Stampa Pro-Spino Team