Picchi mette la terza e consolida il primato

Nonostante restart e problemi all’idroguida, l’artista perugino ribatte l’ottimo Piccin e traccia un solco sui rivali che però stanno comunque salendo nella performance. Tra due settimane Coppa Teodori ad Ascoli

Foto Giuseppe Rainieri


18 giugno 2024_ Micidiale e senza appello, anche la 73ª Trento-Bondone non ha tradito le attese, spietata e spettacolare pure nella dimensione della Racing Start Turbo Cup 1 con le Suzuki Cupra 1.4 protagoniste assolute. Una sfida che può far perdere la testa perché i suoi 17.300 metri impongono una ferrea concentrazione per tanti minuti allo spasimo. Alessandro Picchi, driver di Gubbio classe 2002, ha mostrato di avere nervi saldi, idee chiare e determinazione da vendere. Salito fino a Candriai, circa a metà percorso, gli hanno sventolato in faccia bandiera rossa per l’incidente occorso al rivale diretto Francesco Malizia (uscita di strada con toccata senza conseguenze fisiche per il pilota). Picchi ha girato la sua auto ed è tornato sulla linea di partenza, ha avuto un conciliabolo col direttore di gara, gli ha mostrato un camera car inequivocabile e ha avuto il permesso di ripartire dallo start. Di nuovo in bolla come se niente fosse successo per riuscire a stampare il tempo vincente di RSTC1, 12’22’’38 nonostante qualche problemino all’idroguida. Battuti di misura i principali avversari di Supersalita, nell’ordine il giovanissimo Cristian Piccin, 19 anni appena compiuti, staccato di 3’’05, e poi Nicola Giacetti a 13’’40. Per tutti e tre la prima volta al Bondone. Invece Davide Segna, l’anno scorso capace di segnare un delizioso 12’21’’41 dietro al formidabile 12’12’’43 di Romy Dall’Antonia in versione “l’uomo nero”, stavolta ha timbrato solo quarto in 12’40’’63, lamentando un problema di setup e probabilmente un errore nella pressione degli pneumatici. Buone le prestazioni di Nicholas Guaita, a dispetto di un calo progressivo del motore nel finale, e di Gianluca Tassi, in costante crescita di confidenza da una gara all’altra. Soddisfazione per Raffaele Terlizzi dato che ha tolto la bellezza di quasi 50 secondi al crono dello scorso anno. Da rivedere invece Roberto Prandini all’esordio assoluto sulla Cupra. Lui non ha cercato scuse a fine corsa, ammettendo di non essere riuscito a interpretare il tracciato. Nello specifico, a voler far di conto, tra il primo e l’ultimo delle Ibiza Cup ci sono circa 5 secondi al km. Se da un lato sembrano un solco profondo, fa piacere invece rilevare un miglioramento complessivo delle performance, visto che l’anno scorso il divario tra il primo e l’ultimo era di 7 secondi al km.