Però Rosario Iaquinta sperava di aver risolto i problemi sull’Osella PA21/S
Invece motore e setup sono riandati in crisi nella regina delle cronoscalate
L’ha capito subito che qualcosa non andava, ma non si è perso d’animo forte dei suoi quarant’anni (non uno di meno) di esperienza in salita. E quando il cronometro ha mostrato il tempo di 10’22’’94, alla fine dei 17300 metri della 72ª Trento Bondone, gli è persino scappato un mezzo sorriso. “Sentivo la macchina scivolare in curva e nei tornanti – spiega Rosario Iaquinta – e ho dovuto lavorare di sterzo e pedale per controllare le traiettorie, prendendo anche dei rischi. Non so ancora come sarò in classifica, ma di certo ho dato tutto e sono soddisfatto”. Poi l’evidenza ufficiale del secondo tempo di Gruppo CN, quattordicesimo assoluto, ha un po’ deluso il driver cosentino, che sperava di aver risolto i guai sull’Osella PA21/S dopo il lavoro di Catapano Corse. Invece motore e telaio hanno mostrato ancora dei problemi, qualcosa per cui non è facile raccapezzarsi tra centralina e regolazioni di assetto. Sabato nelle prove aveva siglato un primo passaggio in 10’33’’13 per prendere le misure, poi migliorato forte in 10’23’’71 e in gara si aspettava di scendere sotto il fatidico 10’20’’. “In un tracciato così lungo il gap di prestazione si dilata, ma faccio i complimenti al vincitore. In ogni caso la partita è apertissima, adesso dobbiamo solo capire come intervenire perché è chiaro che serve un mezzo al top per un confronto equilibrato”. Nessuna recriminazione verso la squadra, anzi. Quello che deve emergere è un lavoro di equipe. “Il team ci mette impegno e professionalità come sempre, bisogna solo avere pazienza – conclude l’alfiere di Best Lap – anche se gli appuntamenti di campionato sono dietro l’angolo. Prenderemo assieme ogni decisione”.