Le idee possono correre veloci e se le lasci andare in fuga perfino arrivare al traguardo. Fatale fu la vittoria assoluta alla Cesana – Sestriere, nel 2017, di Emanuele Aralla.
«Quell’episodio – racconta il figlio Matteo – ci ha fatto capire che eravamo pronti a compiere il salto da semplici amatori a Team vero e proprio ma i dubbi erano ancora molti, perché un conto è “divertirsi” un conto è farne un mestiere». Ma il tarlo ormai si è insinuato nella mente perché «Il Team Aralla era nato come idea».
Aveva dunque solo bisogno di nuove conferme e una spinta in più per trovare la sua strada. «La vittoria assoluta del 2019 alla Malegno-Borno e qualche pilota che iniziava a chiederci di aiutarlo nella messa a punto della vettura, ci ha convinto del tutto, e così abbiamo iniziato il “processo di conversione”».
Processo che si concretizza ufficialmente nell’anno in corso, con la costituzione ufficiale della «Zero40 Racing Team», con sede a Robbiate. Troppo forte la volontà di Matteo ed Emanuele di portare la loro esperienza del mondo del Motorsport settore Monoposto al servizio dei piloti.
D’altronde la passione è ampiamente suffragata dall’esperienza sul campo. Emanuele, classe 1960, è infatti un pilota poliedrico che ha toccato con mano tutte le principali discipline dell’Automobilismo Sportivo. Nasce kartista e vanta una carriera di alto livello nella Classe 100 Avenir dove si confronta direttamente con piloti che poi hanno segnato la storia del Motosport Italiano e Internazionale fra cui Ivan Capelli, Gianni Morbidelli e Stefano Modena. Dopo qualche anno vissuto da navigatore di Rally che gli vale anche la vittoria di un Campionato Italiano, torna di nuovo al volante nei rally e nelle cronoscalate. La sua carriera da pilota di Auto inizia con la mitica Alpine Renault A110 Gruppo 4 nei Rally per poi spostarsi nel mondo delle Cronoscalate sia con vetture GT che con Monoposto. Attualmente, guida una Dallara di F.3 nel Campionato Italiano e Europeo Velocità Montagna Autostoriche. E’ con quest’ultima vettura che si toglie le soddisfazioni più grandi, arrivando a vincere la cronoscalata Cesana-Sestriere, Gara di Campionato Europeo Velocità Montagna, piazzando, per la prima volta in 38 edizioni, una Monoposto sul gradino più alto del podio. Successivamente arrivano altre vittorie assolute tra cui quella al mitico Trofeo Vallecamonica, cronoscalata meglio conosciuta come Malegno-Borno.
Per suo figlio, classe 1984, la strada è quasi segnata tant’è che si può dire sia nato su una monoposto. Matteo Aralla esordisce nelle gare riservate alle Auto con una GTS 1300cc. Sono solo due le gare che fa su una vettura a ruote coperte ma i risultati subito sono sotto gli occhi di tutti. Alla prima gara della sua carriera si piazza 11° assoluto e 2° di Gruppo, per poi vincere la categoria la gara successiva. Il passaggio a una monoposto è immediato. L’anno successivo porta nelle Cronoscalate la sua prima “Formula”. Si tratta di una Formula Renault Europa, monoposto spinta da un Motore Renault 1600 cc. con 160 cv. L’esordio avviene in una gara dell’Europeo Montagna e non lascia dubbi sulle sue qualità velocistiche. E’ terzo assoluto, vince il suo Gruppo e stabilisce il Record del Tracciato per la Categoria Monoposto. A oggi tre sono le monoposto che ha guidato e sviluppato in circa 10 anni di competizioni. Attualmente guida una Reynard F.3, vettura completamente restaurata dalla Factory.
La competizione non è l’unica peculiarità del team. «Abbiamo sede a Robbiate e ci occupiamo di restauro, messa a punto e gestione, principalmente, di Monoposto per le competizioni, sia storiche che moderne».
Nel dettaglio? «Restauriamo monoposto e le mettiamo nelle condizioni di poter tornare a calcare l’asfalto. Gestiamo le monoposto da competizione durante la stagione agonistica e assistiamo i nostri piloti durante le competizioni, sia da un punto di vista logistico sia meccanico che di coaching alla guida. Praticamente offriamo un servizio a 360°, dall’officina alla gara».
La stagione 2020 è prossima al via. «Grazie ai nostri piloti parteciperemo alle prove del Campionato Italiano Velocità Montagna, al Trofeo Italiano Velocità Montagna e al Campionato Italiano Velocità Salita Autostoriche».
Con quali ambizioni? «Molto alte. Incrociamo le dita e facciamo gli scongiuri, ma proveremo a vincere il Trofeo Italiano Velocità Montagna ed il Campionato Italiano Velocità Salita Autostoriche, inoltre cercheremo di ottenere il miglior piazzamento nel Campionato Italiano Velocità Montagna), ma prima ci sono i test in pista».
Lo staff del “Zero40 Racing Team”
Matteo Aralla è uno dei piloti, il Team Manager della Scuderia ma è anche colui che si occupa personalmente della gestione tecnica dei piloti nei week-end di gara. Nel dettaglio fa da «ponte» tra il pilota e i meccanici. «Praticamente – commenta – traduco le sensazioni del pilota in soluzioni tecniche che poi il meccanico applicherà alla vettura, inoltre aiuto il pilota a migliorare la sua guida andando ad analizzare la telemetria e gli Onboard. Aiuto anche il Capo Meccanico, sia in officina che in gara, se ce n’è bisogno, diventando un meccanico aggiunto».
Emanuele Aralla è uno dei piloti della Scuderia ed è colui che si occupa di tutti gli aspetti burocratici, ogni tanto dando una mano in officina.
Oscar Gadaldi è il capo meccanico. «Ha esperienza ad altissimo livello – racconta Matteo – Negli anni 2000 ha avuto esperienza diretta come meccanico da assistenza nel Mondiale Rally con RalliArt Italia, squadra ufficiale Mitsubishi. I piloti con cui ha lavorato sono di primo piano, per citarne alcuni: Alex Fiorio, Luca Cantamessa, Fabrizio Ratiglia, Gianluigi Galli, Andrea Navarra, Petter Sohlberg e Gilles Panizzi. Con loro è stato al Rally Safari o al 1000 Laghi, in Corsica, sulle nevi della Svezia o al Rally dell’Acropoli in Grecia. Lui si occupa dell’officina e delle assistenze in gara. A volte si trasforma in pilota di una velocissima nera Renault 5 Gt Turbo partecipando ad alcuni appuntamenti del Campionato Italiano Velocità Montagna.
Nella foto: a sinistra Matteo Aralla, al centro Emanuele Aralla vittorioso a Cesana, a destra Oscar Gadaldi.