Belmonte alla scoperta del Bondone

Prima assoluta nella storica crono trentina per il grintoso pilota della Cosenza Corse, ben consapevole delle difficoltà ma al contempo attratto dal fascino di una gara unica in Europa. 

TRENTO- Non è facile neanche quando la conosci abbastanza bene, quando l’hai corsa più volte, quando magari ci hai già vinto anche la classe. No, non è facile mai ed in nessun caso. La leggendaria Trento-Bondone delle 182 curve e dei 40 tornanti, del 9% di pendenza media, delle mille insidie e dei mille piccoli grandi segreti, del meteo e della temperatura diversi da settore a settore, dei 1350 metri di dislivello, attende nel week end alle porte un motivato Sandro Belmonte, che a differenza di altri piloti che in carriera non hanno mai voluto fronteggiare questi 17 km e mezzo tanto complessi da memorizzare ed interpretare, si mette in gioco con la Peugeot 308 della DP Racing per cercare di accumulare più punti possibili nella classifica del campionato SuperSalita, che nelle prime due gare lo ha già visto ottimo protagonista della sua divisione. Un piglio mentale ed agonistico davvero encomiabile quello del pilota griffato PROFESSIONAL GRU, che avrebbe potuto non effettuare una gara delle sette in calendario, come prevede il regolamento, ma che invece è pronto a misurarsi, “armato” di umiltà mista a coraggio, con le esigenze estreme della gara più affascinante ma anche più temuta del continente. Il pilota della Scuderia Cosenza Corse è in loco da mercoledì, così da memorizzare il più possibile la strada: la Trento-Bondone richiede la massima applicazione soprattutto alla vigilia e mette alla prova la forma fisica in 52 km e mezzo complessivi da percorrere sempre al massimo ritmo, fra prove e gara. Un esercizio anche di gestione delle proprie risorse fisiche e di quelle tecniche, quali freni e gomme. A dispetto del risultato finale dunque, essere al via della Trento-Bondone è già una mezza vittoria ed il pilota che ha già affrontato questa crono, ne esce poi sicuramente più completo ed esperto.

 Foto e testo di FRANCESCO ROMEO